Ultima modifica: 25 Ottobre 2013
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE BARZANÒ > La logica del fare e l’etica dell’essere

La logica del fare e l’etica dell’essere

Sabato 19 Ottobre i Ragazzi della Scuola Secondaria hanno incontrato il parroco di Lampedusa.

Sabato 19 Ottobre i Ragazzi della Scuola Secondaria hanno avuto la splendida opportunità di incontrare don Stefano Nastasi, parroco di Lampedusa.  Il parroco era stato invitato a Barzanò da don Giuseppe il quale gli aveva chiesto di dare corpo e voce, attraverso la sua testimonianza, al cammino che l’Arcivescovo ha proposto alla diocesi per questo anno pastorale: “Il mio campo è il mondo”.  I nostri Ragazzi erano preparati all’incontro. All’indomani della tragedia del 3 ottobre,  oltre al minuto di silenzio, ad ogni classe è stato proposto di riflettere sulla poesia di John Donne “Nessun uomo è un’isola”.

don stefano e i ragazzi

Come spesso accade, le riflessioni dei ragazzi sono state ben al di sopra delle aspettative. Da allora ognuno di loro ha seguito con trepidazione e con partecipazione le notizie che arrivavano da Lampedusa, divenuta l’approdo della speranza e insieme della disperazione.  Don Stefano ha definito la sua isola “una terra di confine senza confini” richiamando ciascuno al dovere morale e civile dell’accoglienza dignitosa, ma anche alla responsabilità politica nazionale e internazionale che questo comporta. Per quest’ultimo aspetto i nostri ragazzi (ciascuno di noi!) possono soltanto vigilare, tenendosi informati e ragionando criticamente, ma l’accoglienza è un imperativo di civiltà. Comporta un radicale cambiamento di prospettiva, dalla logica del fare  all’etica dell’essere. Nell’operosa Brianza una bellissima sfida. Non “fare la Comunione”, ma “essere in Comunione”, un appello a cui nessuno può sottrarsi e che nasce e si alimenta nel quotidiano di ciascuno di noi: grande o piccolo, cristiano o musulmano, credente o non credente, perché uomo tra uomini.  Essere in comunione significa rendersi conto che chi mi sta accanto porta con sé dei bisogni che me lo rendono ancora più vicino, che mi consentono di crescere con lui. Mi obbliga a dare attenzione, a “tendere verso” di lui,(ad-tendere, appunto) a chinarmi con la stessa trepidazione di una mamma verso il suo bambino, mi consente di essere protagonista della mia esistenza nell’esistenza dell’altro.  Un discorso che non ha senso solo in un’ottica di fede, che ovviamente don Stefano ha rimarcato, ma che tocca la coscienza civile di ciascun uomo, di ciascuna donna, di ogni età, ad ogni latitudine. Con un disarmante sorriso e una grande dolcezza don Stefano è riuscito a passare ai ragazzi anche un importante monito. Il problema non è la pelle, né la religione, ma la narcosi delle coscienze. Il problema non è essere degli isolani, ma vivere da isolati, “fregandosene” di tutto quanto accade intorno, se questo turba la perfetta ed asettica esistenza che ci siamo costruiti come riparo delle nostre fragilità. L’isolamento porta alla disumanizzazione, rende necessario vedere un’interminabile fila di bare, sapere che in quelle bare ci sono bambini, donne incinte per smuovere le nostre coscienze narcotizzate, dobbiamo vedere il moncherino, la ferita aperta e purulenta  per “fare la carità”. Ebbene, essere in comunione comporta invece un radicale cambiamento: l’altro mi è prossimo sempre, il suo bisogno trova soddisfazione nella mia ansia di vivere. Non ho bisogno di vedere la sua sofferenza, essa mi appartiene…la campana suona per me. La testimonianza di don Stefano è diventata straziante quando ha raccontato di aver sentito il bisogno di chinarsi sulla bara di uno dei bambini e di dare un bacio a quel piccolo per tutti i bambini a nome di tutti gli uomini, “perché quei figli sono i nostri figli, perché quel dolore è il nostro dolore”.  I nostri ragazzi hanno risposto con uno spontaneo e commosso applauso a questa testimonianza così semplice, così vera.  Don Stefano ha poi sottolineato come i ragazzi siano la parte più debole ed insieme più forte della nostra società. Debole perché bisognosa di cure ed attenzioni e forte perché capace di guardare oltre le differenze, di trovare nel linguaggio universale del gioco la chiave della vera comunione, forte perché ancora non “contaminata”… Ha poi riportato un altro momento che per lui è stato molto significativo, all’interno di una cerimonia a suffragio dei morti del 3 ottobre, celebrata anche con rito musulmano. Un ragazzo eritreo ha detto, con voce rotta dalla commozione, che tutto questo, indicando la distesa delle bare, deve servire  perché non capiti più. Di chi è questa responsabilità così grande? Certamente delle Autorità, non solo italiane, ma europee e qui serve  che vengano ridiscusse anche le logiche poitiche…ma “io posso fare la differenza, nel momento in cui capisco che non devo aprire le braccia, ma il cuore”.

studenti con don stefano

Don Stefano è tornato a Lampedusa portando con sé le poesie, le riflessioni, i disegni, le firme dei nostri ragazzi e un libro “L’approdo”, che gli studenti hanno voluto condividere con lui e anche con un segno tangibile dell’attenzione che i ragazzi hanno voluto fare propria e trasmettere (sono stati raccolti 800 euro in due giorni, grazie!). Quello che don Stefano ha lasciato a ciascuno di noi è un valore immenso e anche una grande responsabilità, da non far disperdere, uno di quegli insegnamenti che val la pena riprendere ogni giorno, finché non diventano automatismi: questo dovrebbe sempre essere la Scuola.

Nessun uomo è un’Isola,
intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente,
una parte della Terra.
Se una Zolla viene portata via dall’onda del Mare,
la Terra ne è diminuita,
come se un Promontorio fosse stato al suo posto,
o una Magione amica o la tua stessa Casa.
Ogni morte d’uomo mi diminusce,
perchè io partecipo all’Umanità.
E così non mandare mai a chiedere
per chi suona la Campana:
Essa suona per te.
                                                                                                                                                                            John Donne




I cookies ci aiutano a migliorare il sito. Questo sito utilizza cookies tecnici ed analitici ed utilizzandolo accetti i cookie da parte nostra. Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi