Tutti gli anni delle elementari sono stati un’unica, enorme, pesante sofferenza. La stragrande maggioranza della classe era costituita da femmine, ma c’era comunque qualche maschio, solo che quelle poche persone a cui avrei potuto appigliarmi per far sembrare la mia vita un po’ meno schifosa la rendevano ancora di più un inferno.
Ho vissuto diversi episodi di bullismo, e le uniche cose che riuscivo a fare erano due: o mi deprimevo e pensavo a quanto facesse schifo la mia vita oppure mi sforzavo di ribattere… come se potesse servire a qualcosa. Oggi, a distanza di qualche mese ormai, ho scoperto e fatta mia una citazione di Oscar Wilde: “Non discutere mai con un idiota, ti trascina al tuo livello e ti batte con l’esperienza”. Be’, mi ritrovo molto in questa citazione, ed è proprio questo che avrei voluto dirgli. “Non discuto con te perché sei uno stupido, mi trascineresti al tuo livello e mi batteresti con l’esperienza”. Quanto suona bene! Almeno per un po’ l’avrei zittito. L’unico motivo per cui non l’ho fatto è per via del mio coraggio, che su una scala da 1 a 10 è pari a meno 10.
Ma non dovrei sparlare troppo di questi bulli, perché a volte, senza rendermene quasi conto, sono io oggi ad escludere qualcuno dal mio gruppo… Qualche volta offendo con risposte sarcastiche o qualche volta semplicemente perché non riesco a tenere a freno la lingua, eppure nessuno meglio di me può sapere quanto le parole sappiano far male, più della spada…eh, sì, lo dovrei sapere io prima di tutti.
Questi episodi in cui mi sono trasformato da vittima a bullo sono stati brutti, brutti quanto subirli: sapevo che stavo sbagliando, ma non volevo fermarmi, per qualche strana e incomprensibile ragione. In ogni caso, quando mi rendo conto dell’errore, cerco di rimediare, almeno in parte, parlando con la vittima, dialogando con essa, anche se spesso ottengo l’effetto inverso da quello sperato.
Credo che a volte io agisca così perché voglia provare quello che hanno provato altri bulletti comportandosi da prepotenti con me… o forse perché l’idiota di cui parla Oscar Wilde sono io, ma questo è tutto ancora da capire…
Anonimo, classe I B